G20. Tra guerra in Ucraina e questioni economiche (Crisis Group)

Quando il 15 novembre i leader del Gruppo dei Venti (G20) si riuniranno a Bali, in Indonesia, un capo di Stato appartenente al Gruppo si distinguerà per la sua assenza. Il Presidente russo Vladimir Putin ha deciso di non partecipare all’evento. Questa notizia sarà un sollievo per i partecipanti occidentali, che difficilmente vorranno condividere occasioni di foto con Putin mentre questi continua la sua guerra in Ucraina. Il ministro degli Esteri del Cremlino, Sergei Lavrov, sarà a Bali, ma potrebbe non gradire la prospettiva. Lavrov ha abbandonato la riunione dei ministri degli Esteri del G20 a luglio, dopo che i suoi omologhi occidentali avevano accusato la Russia di aver scatenato la crisi globale dei prezzi alimentari invadendo il suo vicino produttore di grano.

L’assenza di Putin non solleverà i leader che andranno a Bali dalla sfida di come affrontare la guerra. Il G20 è principalmente un meccanismo di coordinamento economico, che è stato portato alla ribalta durante la crisi finanziaria globale del 2008. A differenza del G7, che riunisce i Paesi occidentali con interessi politici comuni, il G20 comprende rivali geopolitici – Stati Uniti e Cina in primis – che non sono inclini ad adottare posizioni forti e comuni sugli affari internazionali. Tuttavia, l’aggressione della Russia all’Ucraina solleva questioni di interesse globale, tra cui i diffusi shock dei prezzi di cibo ed energia e i rischi di utilizzo di armi nucleari, che i politici più potenti del mondo non possono passare sotto silenzio.

L’incontro del G20 è quindi un’opportunità per i leader di segnalare posizioni comuni sulla guerra. L’attenzione dovrebbe essere rivolta in primo luogo agli impegni concreti dei Paesi del G20 per aiutare quelli più poveri a superare le turbolenze economiche. Ma le potenze presenti a Bali potrebbero anche cogliere l’occasione per sottolineare che tutte si aspettano che la Russia si astenga dall’uso del nucleare, sia a parole che nei fatti. Idealmente, dovrebbero essere il più chiari possibile sul fatto che se Mosca dovesse oltrepassare la soglia nucleare, dovrà affrontare le conseguenze non solo da parte dell’Occidente, ma a livello globale. Una dichiarazione congiunta che condanni la prosecuzione della guerra da parte della Russia o che definisca potenziali condizioni di pace sarà probabilmente impossibile, date le posizioni ampiamente divergenti dei membri del G20 sulla guerra. Ma se i membri del G20 riusciranno a trovare un terreno comune sulle questioni economiche e sul tabù nucleare, il vertice di Bali sarà un’impresa diplomatica proficua.

Toward a Common Set of Signals from the G20 about Russia’s War in Ukraine | Crisis Group

Marco Emanuele
Marco Emanuele è appassionato di cultura della complessità, cultura della tecnologia e relazioni internazionali. Approfondisce il pensiero di Hannah Arendt, Edgar Morin, Raimon Panikkar. Marco ha insegnato Evoluzione della Democrazia e Totalitarismi, è l’editor di The Global Eye e scrive per The Science of Where Magazine. Marco Emanuele is passionate about complexity culture, technology culture and international relations. He delves into the thought of Hannah Arendt, Edgar Morin, Raimon Panikkar. He has taught Evolution of Democracy and Totalitarianisms. Marco is editor of The Global Eye and writes for The Science of Where Magazine.

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