Evoluzione, involuzione, progresso / Evolution, involution, progress

(Marco Emanuele)

Nel dubbio, proponiamo la triade evoluzione-involuzione-progresso.

Leggere la realtà attraverso la lente realistica del dubbio è operazione necessaria dal punto di vista strategico. Ciò che sembra certo è percorso dall’improbabile che ci appartiene. Lo possiamo capire attraverso il pensiero complesso, critico, aperto, libero.

La realtà non evolve solo per linearità e causalità. Su questi principi abbiamo costruito modelli certi che oggi mostrano tutta la loro fragilità. La storia dell’Europa, come magistralmente spiegato da Edgar Morin e Mauro Ceruti in ‘La nostra Europa’ (Raffaello Cortina Editore, seconda edizione, 2025), mostra come le involuzioni del Vecchio Continente siano state causa della sua evoluzione: oggi l’Europa è ferma, prigioniera della negazione della propria storia.

Noi esseri umani seguiamo percorsi che molto spesso non possiamo prevedere. L’imprevedibilità ci costituisce: l’imprevedibilità siamo noi. Dovremmo ricordarcene, soprattutto in un tempo come l’attuale nel quale domina la semplificazione cognitiva e competitiva.

La guerra ci fa paura, a partire dalle morti e dalle distruzioni che porta con sé, perché nulla è più lineare di essa. È il modo più facile che noi esseri umani conosciamo per risolvere le controversie, illudendoci di vincere annullando le complessità delle comunità umane. Oggi, con la guerra iper-tecnologica, costruiamo anche guerre che non si vedono e che fatichiamo a mediatizzare a vantaggio del popolo: ciò che non si vede non è meno distruttivo.

La triade evoluzione-involuzione-progresso si muove in un caos generativo nel quale possiamo intravedere nuovi orizzonti, nuove potenzialità, nuovi futuri. Ma oggi il caos ci appare degenerativo, non creativo. Le guerre, nell’accelerazione del male banale, servono unicamente per contribuire a formare un nuovo ordine sempre basato sulla forza per la forza (consumato il precedente che conoscevamo) e per garantire economie di ricostruzione (che hanno bisogno dell’economia di guerra).

I laboratori di pensiero complesso servono a cambiare via. Dobbiamo conoscere le lezioni della storia e ripensare l’intero impianto della nostra comunità di destino planetario su basi generative: se le involuzioni portano evoluzione e progresso, oggi siamo vittime di paradigmi che hanno fatto il loro tempo e di una politica gregaria di altri poteri. L’orologio della storia batte il tempo in maniera inesorabile e noi non abbiamo ancora la bussola culturale-politica-strategica per orientarci.

(English version) 

In doubt, we propose the triad of evolution-involution-progress.

Reading reality through the realistic lens of doubt is a necessary operation from a strategic point of view. What seems certain is traversed by the improbable that belongs to us. We can understand this through complex, critical, open, and free thinking.

Reality does not evolve solely through linearity and causality. We have built certain models on these principles, which today reveal all their fragility. The history of Europe, as masterfully explained by Edgar Morin and Mauro Ceruti in “La nostra Europa” (Raffaello Cortina Editore, second edition, 2025), shows how the involutions of the Old Continent have been the cause of its evolution: today, Europe is at a standstill, prisoner of the denial of its own history.

We human beings follow paths that we very often cannot predict. Unpredictability is what makes us who we are: unpredictability is us. We should remember this, especially at a time like the present, when cognitive and competitive simplification reigns supreme.

War frightens us, starting with the death and destruction it brings, because nothing is more linear than war. It is the easiest way we humans know to resolve disputes, deluding ourselves that we can win by eliminating the complexities of human communities. Today, with hyper-technological warfare, we also construct wars that cannot be seen and that we struggle to mediatise for the benefit of the people: what cannot be seen is no less destructive.

The triad of evolution-involution-progress moves in a generative chaos in which we can glimpse new horizons, new potentials, new futures. But today, chaos appears to us to be degenerative, not creative. Wars, in the acceleration of banal evil, serve only to help form a new order based on force for force (having exhausted the previous order we knew) and to guarantee reconstruction economies (which need the war economy).

Complex thought laboratories serve to change course. We must learn the lessons of history and rethink the entire structure of our global community on generative foundations: if involutions lead to evolution and progress, today we are victims of paradigms that have had their time and of a gregarious politics. The clock of history is ticking inexorably, and we still do not have the cultural, political and strategic compass to guide us.

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