(Marzia Giglioli)
Trump e Biden vincono a valanga nel Super Tuesday, la maxi tornata delle primarie Usa ed entra nel vivo la corsa alla presidenza Usa e alle elezioni di novembre.
L’ euforia dei due candidati non riesce però a nascondere la loro vulnerabilità e le forti divisioni del Paese, come nel Minnesota dove si registra la protesta del voto arabo per il sostegno dell’amministrazione Biden a Israele. Divisioni profonde anche nello stesso partito repubblicano con Haley che per ora non molla, continuando ad attrarre uno zoccolo duro di elettori moderati o indipendenti che nelle elezioni generali potrebbero compromettere le chance di vittoria di Trump, soprattutto in alcuni Stati in bilico.
Nikki Haley, la rivale repubblicana del tycoon, gli impedisce lo ‘strike’ strappandogli a sorpresa il liberal Vermont. Ma anche il leader dem perde un round e naufraga nei caucus delle isole Samoa, dove perde contro un candidato sconosciuto.
Ora Biden cambierà strategia e sarà molto muscolare, come ha annunciato in un’ intervista della vigilia di questa tornata. Il duello diventa così ancora più personale mettendo in ombra anche molte questioni importanti. E a farne i conti, secondo molti analisti, sarà la stessa democrazia americana.
Attorno alle cinque di questa mattina, ora italiana, quando si è avuto il quadro del confronto, Biden e Trump hanno preso atto del risultato del voto con reciproche dichiarazioni di guerra. Biden ha ricordato in un comunicato di essersi candidato quattro anni fa per combattere “la minaccia esistenziale che Trump rappresenta per l’America in cui crediamo” ed è mosso “dal risentimento e dalla menzogna”. E nel suo staff hanno indicato che da qui a novembre Biden “attaccherà” Trump su tutte le scelte, dall’economia, alla politica estera, alla gestione dei confini.
Trump si è espresso sostanzialmente negli stessi toni. I voti ottenuti nel Super Martedì non gli hanno fatto superare l’asticella della nomination, ma il risultato è soltanto rinviato di una settimana o al massimo due. “Lo chiamano Super Martedì per un motivo, è stata una serata formidabile” ha detto Trump vantandosi aver rifatto “una cosa che nessuno aveva fatto prima nella storia” e accusando Biden di essere “il peggior presidente di sempre”.
Trump aveva contro la combattiva Nikki Haley, che è riuscita a imporsi – per la seconda volta dall’inizio delle primarie – in uno Stato, il piccolo Vermont. Haley ha attaccato Trump con una nota nella quale dice che “l’unità non si raggiunge dicendo ‘siamo uniti’, questa non è l’unità di cui il partito ha bisogno”.
Haley rappresenta circa il 20 per cento del partito repubblicano ed i suoi voti, se per caso non dovessero andare in novembre a Trump, potrebbero essere decisivi per una vittoria di Biden. Il quale, secondo quanto si può capire dai risultati nella notte scorsa, non ha ottenuto tutti i voti che sperava dagli afroamericani e, per via della sua posizione considerata troppo arrendevole nei confronti di Israele, dai cittadini di origine araba.
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