America First. E l’Europa ?

(Marzia Giglioli)

La vittoria di Trump cambierà la storia. Qualcuno l’ha già scritto, molti lo hanno temuto , altrettanti lo hanno sperato.

La verità di analisi porta però al fatto innegabile che “il trumpismo è da tempo diventato un fenomeno internazionale”. Lo aveva ben sintetizzato Mathieu von Rohr, direttore internazionale del notiziario tedesco Der Spiegel: “Le guerre culturali di destra, la paura del declino e la xenofobia hanno raggiunto anche la Germania”. E l’Europa.

I confini dell’ idea sono molto più ampi e complessi e gli stessi analisti e sondaggisti non hanno saputo interpretare ‘quanto’ l’America guardasse ansiosamente dentro di sé e quale spessore avesse la ‘risposta’.

Ma l’ analisi non investe solo gli States: se non si comprende la complessità dei processi si rimane disarmati e impreparati.

A poche ore dal risultato elettorale negli USA pare inevitabile un’accelerazione tra i decisori politici e che il Vecchio Continente (aggettivo ormai da considerarsi un monito) debba assumersi una maggiore responsabilità per la propria sicurezza e per i propri interessi e che anche l’Europa guardi ‘ansiosamente dentro se stessa’.

“È un dato di fatto che Joe Biden è probabilmente l’ultimo presidente veramente transatlantico nel senso tradizionale, in termini di carattere e carriera”, aveva dichiarato, come ricorda al Washington Post, Thomas Erndl, legislatore tedesco conservatore e vice presidente della Commissione parlamentare per gli Affari Esteri. “Ecco perché l’Europa deve assumersi maggiori responsabilità”.

Ora la Storia deve trovare nuove pagine: l’America ha scelto i suoi capitoli, l’ Europa deve decidere il proprio sommario.

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