La Science of Where e un progetto di civiltà (Marco Emanuele, The Science of Where Magazine)

Come ho già avuto modo di notare su queste pagine, è l’innovazione ad avere posto in metamorfosi (qualcosa di diverso dal cambiamento) tutti i paradigmi interpretativi e operativi che abbiamo ereditato dal ‘900 e che si riferiscono a un mondo che non c’è più.

Tante volte ci domandiamo chi siamo e chi stiamo diventando. Sono questioni fondamentali, che è bene porsi. Altrettanto, però, val bene domandarsi: dove siamo e dove saremo ? Senza accorgercene, pressoché naturalmente, oggi siamo ovunque: e questo avviene grazie alla tecnologia.

L’uomo, ciascuno di noi, è pienamente dentro al grande progresso che sta caratterizzando la nostra fase storica, un tempo nel quale l’”oltre” è alla nostra portata, è “già” presente. Ma, con tutta evidenza, in molti non hanno ancora elaborato i nuovi paradigmi, quelli che consentono loro di essere soggetti-di-storia e non soggetti-alla-storia (di altri).

I bambini capiscono l’innovazione del “where”. Perché la digitalizzazione dei nostri percorsi nel mondo colpisce immediatamente le menti libere e aperte al salto nel mondo che si trova, direbbe Piero Bassetti, al di là dello specchio di Alice. La Science of Where ripensa la geografia classica e ci tuffa dentro le dinamiche storiche, permettendoci cose fino a pochi anni fa inimmaginabili, ma non sostituisce l’apporto umano, tanto meno lo cancella. Chi pensa questo non ha capito la tecnologia ed è “vittima” di un pensiero antagonista. Serve, invece, un pensiero critico.

Si lavora “nella” Science of Where. Si pensi alla pandemia, o anche al futuro delle città. È in un “where” ripensato che possiamo cogliere i bisogni, velocizzare le procedure, garantire il ben-essere di popolazioni sempre più sfiduciate, provare a ripensare relazioni umane che non saranno virtuali ma più umane attraverso la tecnologia.

Solo il mix tra chi siamo, chi diventiamo, dove siamo e dove saremo è utile per immaginare un “progetto di civiltà”. Che sia su Marte o nel nostro quartiere, il terzo millennio della storia umana sarà caratterizzato dalla coesistenza tra uomini e macchine. Ciò che fa la differenza, e che sempre di più la farà, è il principio di responsabilità: è quello, infatti, che qualifica la nostra libertà.

Il “progetto di civiltà” tocca tutti gli ambiti delle nostre vite personali e in comune. Grazie a The Science of Where magazine possiamo viaggiare nei think tank, laboratori di pensiero per l’azione e per la decisione che mostrano, attraverso la riflessione e l’analisi, i mondi che si aprono attraverso l’innovazione. Così scopriamo la metamorfosi dell’educazione e della formazione, del lavoro, delle dinamiche nelle città e nei territori, delle prospettive di governo, della resilienza degli Stati e delle democrazie, del capitalismo, delle relazioni internazionali. Scopriamo altresì, in tempi di pandemia, quanto sia importante valorizzare le nostre tradizioni e i nostri valori: ma occorre farlo in chiave progettuale, non nostalgica o semplicisticamente ideologica, rivitalizzando ciò che ci portiamo dentro e dandogli nuovi sensi e nuovi significati. La tecnologia è il nostro nuovo appoggio, ciò che ci consente di essere più umani.

Questa riflessione è solo la prima di una serie. Qui non si vuole elogiare la tecnologia in maniera acritica (ben conosciamo i rischi) ma contribuire a creare una strategia complessa nell’oltre. Come i bambini, accettiamo il rischio di mettere un piede in territori inesplorati: l’innovazione apre scenari imprevisti, il rischio le appartiene. Noi siamo innovazione e, dunque, noi siamo la nostra imprevedibilità e il nostro rischio.

Marco Emanuele
Marco Emanuele è appassionato di cultura della complessità, cultura della tecnologia e relazioni internazionali. Approfondisce il pensiero di Hannah Arendt, Edgar Morin, Raimon Panikkar. Marco ha insegnato Evoluzione della Democrazia e Totalitarismi, è l’editor di The Global Eye e scrive per The Science of Where Magazine. Marco Emanuele is passionate about complexity culture, technology culture and international relations. He delves into the thought of Hannah Arendt, Edgar Morin, Raimon Panikkar. He has taught Evolution of Democracy and Totalitarianisms. Marco is editor of The Global Eye and writes for The Science of Where Magazine.

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