Papa Leone XIV, nell’ Angelus del 10 agosto 2025, ha richiamato la drammatica situazione della popolazione di Haiti. Ogni giorno illuminiamo una parte di mondo che presenta oltraggio all’umanità: ne siamo responsabili.
(Marco Emanuele)
Nulla è più concreto del pensiero. Pensare politicamente significa assumersi l’onere di contribuire a trasformare la storia che viviamo.
Dire che la (vera) politica è umano-planetaria significa, da un lato, che la politica che conosciamo si fonda su paradigmi consumati e non aderenti alla complessità di questa realtà; dall’altro lato, significa prendere atto che tutto va rifondato, concentrando il pensiero-azione sul tema del ‘destino planetario’, che tutti comprende.
In ogni tornante della storia, dentro ogni trasformazione epocale, occorre trasformare i paradigmi di riferimento: questa è la prima operazione politica da realizzare. Quando gli strumenti del mestiere non sono adeguati, qualsiasi artigiano non può realizzare un prodotto di buon livello: così ogni cittadino, soggetto politico in quanto ‘umano agente’, non può agire in maniera pertinente. Ci troviamo all’apice del pensiero lineare e, su questo crinale, assistiamo inermi alla crisi de-generativa della politica e, sotto varie forme, all’affermazione e al consolidamento della disumanità.
Abbiamo la responsabilità di non credere alle propagande che, da diverse parti, tendono alla reciproca radicalizzazione e de-legittimazione. Si tratta di un tranello pericoloso, porta d’ingresso nell’auto-inganno di convincersi che solo la forza rappresenti la via per risolvere le controversie, che (i pur importanti) compromessi rappresentino mediazioni stabili, che l’abbattimento del multilateralismo possa rappresentare una visione storica.
Se l’interregno tra un ordine che va sgretolandosi e un altro che va formandosi è terreno scivoloso, tutti noi (a cominciare dagli intellettuali) dobbiamo sensibilizzarci rispetto alla inevitabilità del ‘destino planetario’: occorre reinventare, dal basso e insieme, gli strumenti del (vero) mestiere politico.
(English version)
Nothing is more concrete than thought. Thinking politically means taking on the responsibility of helping to transform the history we are living.
To say that (true) politics is human-planetary means, on the one hand, that the politics we know is based on outdated paradigms that do not reflect the complexity of this reality; on the other hand, it means acknowledging that everything must be rebuilt, focusing thought and action on the theme of “planetary destiny”, which encompasses everyone.
At every turning point in history, within every epochal transformation, the paradigms of reference must be transformed: this is the first political task to be accomplished. When the tools of the job are inadequate, no craftsman can produce a good product: thus, every citizen, as a political subject insofar as an “acting human being”, cannot act in a relevant manner. We are at the height of linear thinking and, on this ridge, we are helplessly witnessing the de-generative crisis of politics and, in various forms, the affirmation and consolidation of inhumanity.
We have a responsibility not to believe the propaganda that, from various quarters, tends towards mutual radicalisation and de-legitimisation. This is a dangerous trap, a gateway to self-deception, to the belief that only force is the way to resolve disputes, that (albeit important) compromises represent stable mediations, that the dismantling of multilateralism can represent a historical vision.
If the interregnum between a crumbling order and a new one taking shape is slippery ground, all of us (starting with intellectuals) must raise awareness of the inevitability of our “planetary destiny”: we need to reinvent, from the bottom up and together, the tools of the (true) political job.