La guerra mondiale a pezzi, con il suo portato di male banale che comincia in noi e si espande ovunque nella realtà, la rivoluzione tecnologica e la policrisi de-generativa sono i segni di un terzo millennio caratterizzato dalla crescente complessità.
Dentro a tutto questo, serve qualcosa di radicalmente nuovo. Leone XIV ha detto che il male non prevarrà. Sono parole coraggiose in un mondo attraversato da decine di conflitti e guerre, un mondo impaurito, in perenne compromesso. Perché il male non prevalga, e non ci travolga, occorre una svolta non più rinviabile.
È come se avessimo smarrito il nocciolo morale della nostra convivenza, come se non ascoltassimo il richiamo profondo di ciò che è vero e giusto. Su questo punto occorre essere chiari: ciascuno di noi ha una responsabilità oggettiva nel maturare e condividere approcci inclusivi, nel cambiare strada in ogni atto (anche piccolo) quotidiano. Ciò è decisivo nel mondo interconnesso: nulla è separato dal resto e nulla è neutro rispetto all’evoluzione/involuzione della realtà. Siamo legati da e in un destino planetario.
Evocare un Concilio Permanente per l’Umanità significa comprendere che viviamo un e in un cambio di era. Trovandoci nel pieno di una grande trasformazione non possiamo più pensare in termini solo lineari e causali: occorre pensare complesso, nel profondo e nell’oltre. La grande trasformazione non è solo questione sociale ma è ri-definizione di ciò che diventiamo: qualcosa che coinvolge e che supera tutti, credenti e non credenti, qualunque sia la nostra appartenenza.
La Chiesa Cattolica può aiutarci a ri-trovare quel senso di umanità che è senso, significato, ragione di vita. Ri-trovarci intorno alla Croce di Cristo significa ri-conoscerci come sorelle e fratelli, ri-ascoltare la solidarietà, vincere la paura. Lo diciamo da intellettuali, ben sapendo che oggi più che mai occorre calarsi nei dolori del mondo per ri-generare speranza.
Il Concilio permanente per l’Umanità è una nuova filosofia della Storia. I cosiddetti non credenti riconoscono alla Chiesa Cattolica un ruolo strategico in questa fase storica: e strategico vuol anche dire Politico (volutamente scritto in carattere maiuscolo). Perché servono visioni e mediazioni, al di là delle miserie di un presente che si parla addosso in una ossessiva difesa dall’altro.
(English version)
The global war in pieces, with its banal evil that begins within us and spreads everywhere in reality, the technological revolution and the degenerative polycrisis are the signs of a third millennium characterised by growing complexity.
In the midst of all this, something radically new is needed. Leo XIV said that evil will not prevail. These are courageous words in a world torn by dozens of conflicts and wars, a world that is fearful and in perpetual compromise. For evil not to prevail and overwhelm us, a change that can no longer be postponed is needed.
It is as if we have lost the moral core of our coexistence, as if we are not listening to the deep call of what is true and right. On this point, we must be clear: each of us has an objective responsibility to mature and share inclusive approaches, to change course in every (even small) daily act. This is crucial in an interconnected world: nothing is separate from the rest and nothing is neutral with respect to the evolution/involution of reality. We are bound by and to a planetary destiny.
Calling for a Permanent Council for Humanity means understanding that we are living in and through a change of era. Finding ourselves in the midst of a great transformation, we can no longer think in purely linear and causal terms: we need to think in a complex way, deeply and beyond. The great transformation is not only a social issue but a re-definition of what we are becoming: something that involves and transcends everyone, believers and non-believers alike, whatever our affiliation.
The Catholic Church can help us re-discover that sense of humanity which is the meaning, significance and reason for living. Re-discovering ourselves around the Cross of Christ means recognising ourselves as sisters and brothers, listening again to solidarity and overcoming fear. We say this as intellectuals, well aware that today more than ever we need to immerse ourselves in the sufferings of the world in order to re-generate hope.
The Permanent Council for Humanity is a new philosophy of History. The so-called non-believers recognise the Catholic Church’s strategic role in this historical phase: and strategic also means Political (deliberately written in capital letters). Because we need visions and mediations, beyond the miseries of a present that talks about itself in an obsessive defence against the other.