Super Tuesday: trionfo previsto per Trump, sempre problemi per BIden

(Carlo Rebecchi)

Il “Super Tuesday” delle primarie americane non anticiperà il nome di chi, tra Joe Biden e Donald Trump, si insedierà nuovamente alla Casa Bianca. Permetterà però di fare il punto, sulla base di dati reali e non soltanto di sondaggi, sulla corsa dei due competitor. Per tentare di capire se e quanto sono reali i dubbi degli elettori democratici sull’opportunità di rieleggere un Biden che da chi lo ha votato quattro anni fa è oggi definito “troppo vecchio per guidare il Paese”. E di vedere se nel campo dei conservatori quella di Trump, fatta salva l’incognita delle inchieste giudiziarie, sarà una campagna solitaria.
Si vota per le primarie in sedici stati: Colorado, Texas, California, North Carolina, Minnesota, Virginia, Alaska, Alabama, Tennessee, Arkansas, Oklahoma, Utah, Vermont, Maine, Massachusetts, American Samoa. Donald Trump ci arriva con il vento in poppa, sospinto da una serie di risultati che gli hanno già permesso di conquistare 244 delegati e che fanno prevedere per questo Super Tuesday un nuovo trionfo. La sua sfidante nel partito, l’ex ambasciatrice alle Nazioni Unite Nikki Haley, è ferma ad appena 24 delegati e domani sera potrebbe addirittura ritirarsi, lasciando il campo libero a Trump. Un ritiro della Haley sarebbe belle regole, ed è dato per scontato dai più, anche perchè tutti i candidati in corsa nella campagna elettorale firmano l’impegno a sostenere il candidato repubblicano, chiunque sia. Nelle ultime ore è stata però la stessa Haley a far capire che potrebbe rimangiarsi la promessa. In una intervista alla Fox ha affermato che l’America “non vuole il bis del duello Trmp-Biden” e c’è chi pensa che potrebbe rimanere in corsa come indipendente, magari cercando di spostare i propri voti (“un pacchetto non piccolo”, ha detto) su Biden per tentare di far perdere Trump. Il quale ha avuto dalla Corte Suprema una buona notizia: la Corte, infatti, ha autorizzato l’ex presidente a partecipare alle primarie del Colorado, stato nel quale di vota proprio in questo Super Tuesday, nonostante sia sotto inchiesta come responsabile di “sedizione”.
Tortuoso, sia pure per motivi completamente diversi, è il cammino del candidato Biden. Sta infatti crescendo, secondo alcuni in maniera esponenziale, la protesta di una coalizione di scontenti sempre più composita – dai giovani dei college alle comunità araba – che chiede ai democratici di non esprimere sulle schede elettorali alcuna preferenza, scelta che nel Michigan ha raggiunto il17 per cento e si prevede che nel Super Tuesday possa “sfondare”.
Biden – che già deve far i conti con la guerra tra Russia e Ucraina e tra Israele e Hamas (accompagnata quest’ultima dalla richiesta di cambiare posizione sull’appoggio al premier Netanyahu) – è confrontato quasi ogni giorno con i sondaggi sui suoi 81 anni. Secondo l’ultimo (realizzato da New York Times / Siena), il 73% degli elettori che quattro anni fa ha votato Biden ritiene il presidente uscente “troppo vecchio per guidare il Paese”. Inoltre, secondo una ricerca di Bloomberg, attualmente il presidente sarebbe perdente in tutti e sette gli Stati chiave dell’elezione del prossimo novembre.
(riproduzione autorizzata citando la fonte)

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