(Marzia Giglioli)
dal Washington Post e dai think tank internazionali
La parola chiave sembra essere decisamente “revisione”, perché il “carattere della guerra” è cambiato, dicono al Pentagono e scrive il Washington Post.
“Ciò che è accaduto in Ucraina, con centinaia di migliaia di morti o feriti da entrambe le parti e dove ancora non si vede la fine, ha reso chiaro che i calcoli sul campo di battaglia sono radicalmente mutati e che le armi di precisione, le flotte di droni e la sorveglianza digitale possono estendersi ben oltre la prima linea”.
Nel deserto del Mojave, dove si simulano i conflitti e le strategie, l’esercito americano sta mettendo a fuoco le prossime mosse, unendo dati e considerazioni tattiche che la guerra di Ucraina ha fornito in 24 drammatici mesi.
In questo laboratorio di guerra si sta analizzando anche la vulnerabilità di alcune armi sofisticate che si sono rivelate troppo individuabili ed intercettabili tanto che un alto funzionario del Pentagono le paragona al fumo di sigaretta sulle trincee della prima Guerra Mondiale: è evidente che i calcoli sul campo di battaglia sono altri rispetto agli anni dell’Afghanistan e dell’Iraq. Su queste considerazioni ora prende forma la prossima Strategia di Difesa Nazionale, un ampio documento che allinea la miriade di priorità del Pentagono. Come scrive WP, i 20 ufficiali che hanno guidato il progetto hanno esaminato cinque aree: manovra di terra, potenza aerea, guerra dell’informazione, forze di sostegno e crescita e capacità di fuoco a lungo raggio. “Li abbiamo immersi in questo conflitto per assicurarci di comprendere davvero le implicazioni della guerra”, ha detto un alto funzionario della difesa, che ha parlato a condizione di rimanere anonimo.
La guerra sta diventando sempre di più di logoramento, che è l’altro termine di riferimento per questa fase del conflitto. Una fisionomia che sembrava ormai anacronistica.
E così si ricomincia a scavare trincee per difendersi dai droni e per “resistere” in un lungo braccio di ferro.
Guerre antiche si mescolano così in parallelo a quelle dell’alta tecnologia. Trincee e Star Wars dove i droni hanno sempre di più un ruolo essenziale.
Dopo due anni, anche la Russia impara dagli errori del passato e punta sempre di più al logoramento. Un ritorno alla vecchia dottrina militare russa con fortificazioni, trincee e tempi di attesa indefinibili, abbandonando definitivamente la guerra veloce che Mosca ha capito da tempo essere impraticabile. È il “suo nuovo adattamento”, aveva già rilevato – mesi fa – Ian Matveev, analista militare russo della Fondazione anticorruzione fondata da Alexei Navalny: “stanno usando la loro esperienza in questa guerra per portare l’Ucraina fino ad un punto morto”. Ma, soprattutto, fino all’esaurimento dei ranghi di Kiev e alla perdita di fiducia dei suoi sostenitori.
E “mentre i missili cadono e le truppe svernano nelle trincee, tutti gli occhi guardano a ovest, non a est, per vedere se gli Stati Uniti resisteranno”, afferma Richard Fontaine del think tank Center for a New American Security. Il dibattito di Washington sugli aiuti all’Ucraina, intrappolato com’è nella politica dei confini e nella politica presidenziale, “è diventato per gli ucraini una questione di sopravvivenza” – afferma Fontaine – “in più di due anni di guerra, Vladimir Putin non ha infranto la volontà ucraina. L’abbandono da parte degli Stati Uniti potrebbe ottenere ciò che Putin non ha mai ottenuto”.
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