Poco dopo la scomparsa dell’Unione Sovietica e la fine della Guerra Fredda nel 1991, il politologo americano Francis Fukuyama ha avanzato l’idea della “fine della storia”. Agli occhi di Fukuyama e di molti altri esperti occidentali, l’evaporazione dell’influenza delle idee marxiste un tempo propagandate dal Partito Comunista dell’Unione Sovietica ha fornito la prova definitiva che la storia, definita come la perenne ricerca da parte dell’umanità del miglior modello di governo, ha raggiunto la sua conclusione con il modello liberale di libere elezioni, economia del laissez-faire e stato di diritto. L’ultima revisione della Costituzione del Partito Comunista Cinese sancisce il “Pensiero di Xi Jinping sul socialismo con caratteristiche cinesi per una nuova era” come guida perpetua del partito e dello Stato (Xinhua, 22 ottobre 2022). Per molti versi, si tratta di una dichiarazione del PCC secondo cui la Cina ha risolto la sua millenaria ricerca del corretto percorso di modernizzazione per raggiungere il potere e la prosperità nazionali. Di conseguenza, il credo di Xi viene inquadrato come la giusta conclusione della ricerca dell’illuminazione cinese, in corso dall’epoca dell’imperatore Guangxu durante la dinastia Qing negli anni Novanta del XIX secolo. In questa visione ufficiale, il Pensiero di Xi Jinping è considerato il culmine della storia. Secondo la Risoluzione del Comitato Centrale del PCC del 2021, il Pensiero di Xi Jinping costituisce “una nuova svolta nella sinizzazione del marxismo” (Xinhuanet, 16 novembre 2021). È la quintessenza dei tempi, che ha incorporato [i progressi chiave] del marxismo cinese contemporaneo e del marxismo del XXI secolo, nonché la cultura cinese [tradizionale] e lo spirito cinese”, si legge nel documento del partito (Shandong Evening Post, 3 febbraio 2022)
Xi Jinping Thought and The End of (Chinese) History – Jamestown