Al bivio tra guerra esistenziale e sviluppo umano integrale

Non ci vogliono i massimi esperti di politica internazionale per capire che ci troviamo in un cambio di era. Perché, sullo sfondo del bivio tra guerra esistenziale e sviluppo umano integrale, vi è – non da oggi – il tema della ricerca di un ordine mondiale.

La spinta decisa sulla guerra in Ucraina, nella non evidenza di serie posizioni diplomatiche davvero interessate alla pace (l’unica che rileviamo ai radar è quella della Santa Sede), serve ad alimentare quell’economia di guerra che è sotto gli occhi di tutti. Forse Pechino è un’altra storia e il suo approccio, non solo rispetto alla traiettoria Mosca-Kiev ma in generale, guarda oltre. Il Dragone si pone il tema di rispondere alla domanda che, da poco più di trent’anni, non trova risposta: quale assetto governerà il mondo ? Per questo, condivisibile o meno ma avendo visione storica, la Cina fa paura.

Al bivio storico nel quale ci troviamo, tra guerra esistenziale e sviluppo umano integrale, c’è un dato: il riarmo sistemico. Siamo tra coloro che pensano che ogni Paese abbia la responsabilità di difendersi (meglio sarebbe, in Europa, un esercito comune) e che la ricerca della pace, cara a tutti noi, debba coinvolgersi nel realismo necessario: i “resistenti” in giro per il mondo hanno il diritto di difendersi. Ma, ci domandiamo: fino a quando, e a quale prezzo per la sostenibilità politico-strategica del mondo e dei mondi ?

A noi interessa, dall’alto e nel profondo, lavorare sullo sviluppo umano integrale. Ci sembra, infatti, che il vuoto progettuale su questo tema sia molto profondo e che non possa essere riempito da politiche sociali “random”: occorre comprendere che le crisi de-generative del nostro tempo si stanno pericolosamente saldando l’una con l’altra, facendo alzare l’asticella del rischio, esacerbando i conflitti e contribuendo a separare le società al loro interno e i Paesi tra loro. La risposta, che diventa anche questione di sicurezza, non può che essere complessa. A nulla valgono più i proclami novecenteschi: mentre continua a spostarsi l’asse dei poteri globali, si alza il grido di una umanità profondamente offesa. Attenzione, dunque, a non riconoscere i “segni dei tempi”.

 

 

Marco Emanuele
Marco Emanuele è appassionato di cultura della complessità, cultura della tecnologia e relazioni internazionali. Approfondisce il pensiero di Hannah Arendt, Edgar Morin, Raimon Panikkar. Marco ha insegnato Evoluzione della Democrazia e Totalitarismi, è l’editor di The Global Eye e scrive per The Science of Where Magazine. Marco Emanuele is passionate about complexity culture, technology culture and international relations. He delves into the thought of Hannah Arendt, Edgar Morin, Raimon Panikkar. He has taught Evolution of Democracy and Totalitarianisms. Marco is editor of The Global Eye and writes for The Science of Where Magazine.

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