Provvisori
E’ doveroso fermarsi sul terremoto in Turchia e in Siria. Non per aggiungere dolore alla tragedia ma per chiederci se l’uomo sviluppato, tecno-Sapiens, possa ancora accettare l’inevitabilità di migliaia di morti. Di fronte alla impossibilità di prevedere i terremoti, si può invece prevedere come e quanto costruire su una zona notoriamente, e da sempre, sismica. Insomma, ancora una volta le decisioni umane perdono di fronte alla natura che si muove o si rivolta: è e sarà sempre di più così. Ora si assommeranno i “mai più”, le retoriche, i pianti. Lasciamo il giusto dolore alle popolazioni colpite, stringendoci in un abbraccio sincero, ma razionalmente ripensiamo al governo dei territori, a uno sviluppo equilibrato, all’uso intelligente di tecnologie che possono aiutarci – con un approccio geografico – a costruire nuove strategie nel rapporto tra l’uomo e l’ambiente naturale. Se i terremoti non ci avvisano, i cambiamenti climatici sono nostra responsabilità diretta: senza negare lo sviluppo, riempiendo di contenuti realistici l’approccio ecologico, dovremmo renderci conto di essere provvisori e, proprio per questo, provare a essere “meglio” intelligenti.