Roba da spy-story, il pallone di “ricerca” cinese nei cieli americani è stato abbattutto. Sembra una questione da “guerra fredda”. Risolta diplomaticamente, qualcuno sostiene, ma i rapporti tra i due giganti del mondo non sembrano intraprendere strade di dialogo. Bali è rimasto un caso isolato ? Se si, peccato.
Sempre dai cieli, Papa Francesco ha ribadito il quadro, che condivido, della terza mondiale a pezzi. Non solo l’aggressione russa in Ucraina (rispetto alla quale non si vede l’agognata luce in fondo al tunnel) ma tante guerre (spesso dimenticate) stanno insanguinando il mondo. Le parole di Francesco nella Repubblica Democratica del Congo e nel Sud Sudan restano come monito: quando, ci domandiamo, diventeranno fatto politico ?
Sulla Terra, intanto, la “rete” ci invita a maggiore attenzione: gli attacchi cyber rappresentano la (non più tanto nuova) guerra del terzo millennio. Quella si, direttamente legata alle nostre vite quotidiane. Fuori dal grande gioco mediatico dell’Occidente sotto attacco (ancora da verificare seriamente in termini di impatto, di pericolosità e di mandanti), il dominio cyber è certamente decisivo dal punto di vista geostrategico: da più parti vengono gli appelli a lavorare seriamente sulla sicurezza informatica. Forse da qui passa il futuro della resilienza dei nostri Stati nazionali.
Il mondo, ogni giorno, ci appare tanto piccolo quanto incontrollabile. Potrebbe vincere il pensiero complesso se solo, culturalmente e politicamente, abdicassimo alla mediocrità in luogo del giudizio storico e di un vero pensiero strategico.