Relazione come progetto

Condividere la comunità come legame e come destino è tutt’altro che una operazione solo culturale. E’ la vera frontiera della ricostruzione della speranza. Fuori dalla nostalgia per i ‘piccoli mondi’ o per le ‘piccole patrie’, recuperare il senso di relazione è già azione storica progettuale.
Lavorare nel locale, con lo sguardo attento a ciò che accade nell’oceano della globalità, è tentativo di nuova via. Nulla di ciò che accade fuori da ‘casa nostra’ ci è estraneo: ma noi viviamo in quella casa, in quel territorio, in quella città.
Su questo nodo occorre approfondire perché è in questo nodo che ci misuriamo nel ‘futuro già presente’. Perché la comunità non risulti operazione sterile, essa – ovvero noi esseri umani in relazione – deve ri-trovare la forza e il talento di un ‘giudizio storico’ in progress. Un giudizio critico, s’intende, non antagonista ma dagli occhi ben aperti e dalla ragione intelligente rispetto a ciò che accade nel mondo.
‘Comunità di auto-formazione, di giudizio e di elaborazione’ cercasi. Siamo, infatti, nel tempo in cui occorre, in maniera transdisciplinare e transgenerazionale, ritornare a confrontarsi, a dialogare su quale debba essere il ruolo della nostra responsabilità nella Storia ritornata e in rapidissima e radicale trasformazione.
Relazione come progetto significa recuperare il senso profondo dell’altro e della realtà in noi, da un lato, e la capacità di visione politico-strategica, dall’altro. Significa, in sostanza, avviare un profondo ‘processo istituente’ (Politico in maiuscolo), quello che è mancato dalla caduta del muro di Berlino a oggi.
Relazione come progetto significa unirsi informalmente, ma profondamente, per comprendere e affrontare la megacrisi de-generativa nella quale siamo immersi e, al contempo, per progettare ‘glocalità’. Vedremo, cammin facendo, quando siano importanti alcuni elementi che devono viaggiare insieme: ri-elaborazione di giudizio storico; ri-pensamento per la ri-fondazione della Politica; ricerca di soluzioni ai problemi ‘glocali’ che viviamo ogni giorno e dialogo progettuale con le istituzioni; importanza della rivoluzione tecnologica, in particolare delle tecnologie geospaziali.
Marco Emanuele
Marco Emanuele è appassionato di cultura della complessità, cultura della tecnologia e relazioni internazionali. Approfondisce il pensiero di Hannah Arendt, Edgar Morin, Raimon Panikkar. Marco ha insegnato Evoluzione della Democrazia e Totalitarismi, è l’editor di The Global Eye e scrive per The Science of Where Magazine. Marco Emanuele is passionate about complexity culture, technology culture and international relations. He delves into the thought of Hannah Arendt, Edgar Morin, Raimon Panikkar. He has taught Evolution of Democracy and Totalitarianisms. Marco is editor of The Global Eye and writes for The Science of Where Magazine.

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