Africa e climate change. L’importanza delle ‘città informali’ (fonte: Brookings)

Le città africane si stanno espandendo a causa della migrazione e della crescita demografica ma l’offerta di posti di lavoro, servizi e alloggi durevoli non ha tenuto il passo. Di conseguenza, il 65% dell’occupazione totale in Africa è nel settore informale, che fornisce servizi come la vendita al dettaglio su piccola scala, le riparazioni, il parrucchiere e la sartoria nei mercati all’aperto o da casa. Circa il 56% dei residenti urbani – il doppio della media globale – vive in baraccopoli, definite come mancanza di alloggi durevoli, accesso non accessibile all’acqua potabile e a servizi igienici adeguati, insicurezza della proprietà e spazio abitativo insufficiente.

La città informale – intesa qui come le sacche di una città dominate dagli slum e dal lavoro nel settore informale – è particolarmente vulnerabile agli impatti dei cambiamenti climatici per diversi motivi.

Africa’s informal cities need more than green infrastructure to weather the effects of climate change (brookings.edu)Louise Fox and Danielle Resnick

Marco Emanuele
Marco Emanuele è appassionato di cultura della complessità, cultura della tecnologia e relazioni internazionali. Approfondisce il pensiero di Hannah Arendt, Edgar Morin, Raimon Panikkar. Marco ha insegnato Evoluzione della Democrazia e Totalitarismi, è l’editor di The Global Eye e scrive per The Science of Where Magazine. Marco Emanuele is passionate about complexity culture, technology culture and international relations. He delves into the thought of Hannah Arendt, Edgar Morin, Raimon Panikkar. He has taught Evolution of Democracy and Totalitarianisms. Marco is editor of The Global Eye and writes for The Science of Where Magazine.

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