Diciamo la verità. La pace, o almeno il cessate il fuoco in Ucraina, è nell’interesse del popolo ucraino (invaso e martoriato), della Russia (per uscire “dignitosamente” da una situazione sempre più ingestibile), dell’Europa (vittima, con il popolo ucraino, di questa guerra) e del mondo (per cercare una “sostenibilità politico-strategica”).
Il recente appello di intellettuali di diversa estrazione culturale (Baldassarre, Buttafuoco, Cacciari, Cardini, Carrino, Izzo, Magatti, Mazzarella, Vacca, Veneziani, Zamagni) per la fine della guerra di Putin in Ucraina è un’iniziativa che condividiamo.
Sullo sfondo di questa guerra c’è la prospettiva di una guerra globale e nucleare, del tutto insostenibile per il futuro dell’umanità e del pianeta. Che l’umanità possa usare l’arma nucleare è una possibilità reale: è già avvenuto.
I riferimenti nell’appello agli accordi di Minsk non rispettati e alle posizioni della Chiesa cattolica e di Henry Kissinger ci convincono. Per attuare i contenuti dell’appello e nella prospettiva di un’architettura di sicurezza eurasiatica “giusta”, chiediamo anche il ritorno a un nuovo “spirito di Helsinki”.
Oggi più che mai abbiamo bisogno di una “pace realistica”. Dobbiamo avere l’intelligenza (complessa e creativa) di coinvolgere anziché dividere e di avviare percorsi di dialogo e di ricostruzione, non solo dell’Ucraina, ma di una reciproca “fiducia strategica” che si è progressivamente persa dalla fine dell’Unione Sovietica ad oggi.