Ci piace riprendere il testo di Adriana Piancastelli pubblicato su Zero Zero News in data odierna (Il grande poker Ferraro Falcone Borsellino Caponnetto) in ricordo di Liliana Ferraro. Persona che è stata protagonista decisiva di una stagione importante della storia italiana, il suo esempio è da studiare per comprendere il presente e immaginare il futuro. Per capire cosa significa essere servitori dello Stato, classi dirigenti.
Liliana Ferraro era collane di corallo e turchesi, occhiali grandi, labbra rosse, orecchìni preziosi e risate belle e franche.
Era rigore e musica lirica, passione per la cucina e amore per la Giustizia, professione e mare, franchezza e un grumo di dolcezza ben nascosto nel cuore.
Liliana era intelligenza, ironia, intuizione, chiarezza, senso di responsabilità e fantasia, era rigore e leggerezza, pianti e sorrisi.
Magistrato negli anni ‘70, nata in una bella famiglia salernitana, aveva un senso innato della giustizia e dello Stato, lo stesso di colleghi immensi come Borsellino, Caponnetto e Falcone.
Ascoltata da tanti e da molti temuta per la franchezza mai pesante o cattiva di pensieri e parole.
Di lei si è detto spesso, soprattutto in Sicilia, “brava, intelligente, ma è una donna impegnativa” che tradotto dal burocratese formale, spesso maschile, vuol dire rompiscatole.
Rompiscatole ovviamente per il profondo rigore e l’entusiasmo con cui ha iniziato e portato a termine con caparbietà ogni incarico, anche i più delicati, e per l’ironia ferita con cui ha saputo e dovuto ingoiare bocconi amari.
Con l’odore dell’esplosivo delle stragi ancora incollato alla pelle, nel 1992, è diventata donna europea dell’anno e prima ancora era stata un elemento indispensabile per professionalità e concretezza nel maxiprocesso di Palermo.
E a Palermo ha regalato anni bellissimi di lavoro duro, di entusiasmo, di
passione e di impegno vero, costante, quotidiano senza perdere un briciolo di quella bellezza originale ed esuberante che la caratterizzava.
È stata Direttore Generale degli Affari Penali dopo Giovanni Falcone con cui ha costituito un tandem in simbiosi con Polizia, Carabinieri, FBI e magistratura internazionale ed era membro attivissimo di quel team vincente contro Cosa Nostra che ha legato amicizia, affetti e professioni in modo indissolubile nel tempo.
Nonostante un’esperienza valutata positivamente come Assessore alla
Sicurezza al Comune di Roma, non ha mai amato follemente la politica e meno ancora i giochi di corrente.
È stata piena di anima, di parole e di coraggio anche nei giorni del dolore e di qualche inevitabile malattia, ha amici con ricordi dolcissimi ovunque abbia lavorato, al di qua e al di là’ dell’Oceano, era la “beloved friend Lilliana” di un grande Direttore del FBI come Louis Freeh, ed è stata una sorellona per tutti i suoi Gianni, Antonio, Alessandro con i quali si capiva a sguardi.
Se ne è andata dal mondo in un momento poco felice e tormentato in cui i giorni della pandemia e della guerra spengono la gioia di vivere.
Vola in fretta Lili, vola veloce alta in cielo, anche lì grandi battiti di ali e piume di angeli: sei piena di amici che ti aspettano