Quando il Presidente del Consiglio, con quella faccia un pò così … (citazione rubata al Maestro Conte), dichiara che l’attività del governo non segue il calendario elettorale, cosa ci sta dicendo ? Ci leggo il dire che, visti gli impegni presi con l’Europa per il post-pandemia, il governo deve andare avanti: lì, infatti, si costruisce la storia mentre il resto è cronaca.
Il post-pandemia rappresenta un mondo del tutto diverso dal precedente. Tutto è entrato in metamoforsi, dai problemi economici e sociali fino al linguaggio: chi si ostina a pronunciare parole antiche, addirittura novecentesche, è fuori dalla storia. L’andare avanti del governo incrocia anche un altro dato: nel post-pandemia, inevitabilmente si rafforza il ruolo degli esecutivi.
Ed eccoci al punto. Io non so se Draghi rappresenti una benedizione per il nostro Paese perchè, forse, la sua figura va studiata e compresa nel discorso più ampio della grande metamorfosi in atto a livello globale. Certamente, Draghi rappresenta una forma di governo che non può permettersi distrazioni, che deve seguire un programma chiaro e preciso, che non ammette sbavature.
Nel rafforzamento degli esecutivi, è interessante studiare il rapporto tra il governo Draghi (profondamente politico e profondamente tecnico …. a proposito, esistono governi che non siano politici ?) e le forze politiche che lo sostengono. Mi sembra, ogni giorno di più, il rapporto tra un padre autorevole e i propri figli: le forze politiche non sono morte, ciò che è morto è la politica come capacità dei partiti di raccogliere e di organizzare il consenso (si veda l’astensionismo …). Se la politica attuale è senza visione, tatticamente coinvolta ma strategicamente assente, la linea non può non venire da chi non ha il tempo, e forse nemmeno la voglia, di fermarsi a discutere.