Medio Oriente-Houthi: il pericolo è l’allargamento della guerra / Middle East-Houthis: the danger is the expansion of the war

(Carlo Rebecchi)

Dopo l’attacco agli Houthi, il pericolo è sempre più l’allargamento della guerra

L’attacco contro le milizie Houthi nello Yemen, compiuto da forze aeree e navali statunitensi e britanniche, è stato per gli Stati Uniti “un atto dovuto”: dopo ripetuti avvertimenti, le aggressioni alle navi commerciali che attraversano il Mar Rosso trasportando merci e petrolio dall’Asia all’ Europa (nella misura del 12% degli scambi mondiali) non erano più accettabili. Per questo il presidente Biden ha dato il via libera all’operazione, che è anche un “avvertimento” agli Houthi. Significa che qualora la loro azione destabilizzante dovesse continuare, gli Stati Uniti sono pronti ad intervenire in maniera più pesante.
Negli ultimi tre mesi, i ribelli Houthi – la minoranza sciita che controlla la capitale dello Yemen, Sanaa, e la parte settentrionale del paese – hanno attaccato ventisette navi commerciali in transito nel Mar Rosso, hanno avuto uno scontro a fuoco con un’unità militare americana (cinque i morti houthi) e lanciato un missile contro Israele. Quasi invisibili fino al 7 ottobre scorso, dopo l’attacco di Hamas a Israele si sono autoproclamati difensori del popolo palestinese e, dietro agli slogan “Morte agli Usa”, “Morte a Israele”, hanno cominciare ad assalire le navi, a loro dire israeliane, di passaggio dirette a Suez.
Davanti al rischio rappresentato dagli Houthi, molti armatori hanno dirottato le loro navi sul capo di Buona Speranza. Ma la circumnavigazione del continente africano comporta costi altissimi, sia per i dieci-dodici giorni di navigazione sia per per il costo aggiuntivo di carburante. Inoltre lo spostamento di un numero sempre maggiore di navi da Suez al capo di Buona Speranza sta mettendo in crisi, per mancanza ritardo di approvvigionamenti, molte aziende, tra le quali Tesla. E si è così giunti all’intervento dei militari.
Un intervento che mette il titolare della Casa Bianca in una situazione quasi paradossale di contrasto con sé stesso. Da una parte c’è il Biden preoccupatissimo di un eventuale ampliamento del conflitto tra Hamas e Israele, e che per evitare questo rischio ha chiesto al segretario di stato Antony Blinken di impegnarsi in interminabili navette nel mondo arabo, finora peraltro senza successo stante la volontà del premier Netanyahu di “eliminare” Hamas prima di avviarsi eventualmente su un percorso diplomatico-politico. Dall’altra c’è il Biden che si rende conto di non poter lasciare troppo spazio agli Houthi, perché con i loro slogan potrebbero infiammare l’intero Medio Oriente, e autorizza quindi l’ operazione militare.
La maggior parte degli osservatori e specialisti dell’area mediorientale, pur affermando di capire la scelta del titolare della Casa Bianca, pensa che “stia giocando con il fuoco”. Pochi credono infatti che la coalizione guidata dagli americani possa sconfiggere gli Houthi. Che “non solo non hanno paura della guerra, che sarebbero anzi fieri di far scoppiare”, ma che addirittura “pensano di essere capaci di vincerla”, dopo i due decenni di scontri vittoriosi con la coalizione araba guidata dall’Arabia saudita che, prima del 7 ottobre, stava cercando di negoziare la pace con i ribelli.
Il rischio è grande, si ritiene nel mondo arabo, che si apra un nuovo fronte senza che si sia certi poi di poterlo poi chiudere con successo. Un’analisi che spiega la tiepida accoglienza che i paesi europei – che pure sono i principali destinatari del traffico merci proveniente dall’ Asia attraverso il canale di Suez – hanno riservato all’operazione militare anti-Houthi. Soltanto la Gran Bretagna si è impegnata militarmente. La Francia, che pure ne ha la capacità e ha delle navi in zona, si è astenuta. Idem per l’Italia, che per un’operazione del genere ha bisogno dell’autorizzazione del Parlamento, che comporta tempi lunghi. Quanto alla Spagna ha già anticipato che non parteciperebbe ad un’eventuale missione Ue, se una decisione in questo senso dovesse essere presa.

(English version)

After the attack on the Houthis, the danger is increasingly that the war will spread

The attack against the Houthi militias in Yemen, carried out by US and British air and naval forces, was “a necessary act” for the United States: after repeated warnings, the attacks on commercial ships crossing the Red Sea transporting goods and oil from Asia to Europe (accounting for 12% of world trade) were no longer acceptable. For this reason, President Biden gave the green light to the operation, which is also a “warning” to the Houthis. It means that if their destabilizing action continues, the United States is ready to intervene more heavily. In the last three months, the Houthi rebels – the Shiite minority that controls Yemen’s capital, Sanaa, and the northern part of the country – have attacked twenty-seven commercial ships transiting the Red Sea, had a firefight with a military unit American (five Houthi deaths) and launched a missile against Israel. Almost invisible until last October 7, after the Hamas attack on Israel they proclaimed themselves defenders of the Palestinian people and, behind the slogans “Death to the USA”, “Death to Israel”, they began to attack ships, they said Israelis, passing through on their way to Suez. Faced with the risk posed by the Houthis, many shipowners diverted their ships to the Cape of Good Hope. But the circumnavigation of the African continent involves very high costs, both for the ten-twelve days of navigation and for the additional cost of fuel. Furthermore, the movement of an ever-increasing number of ships from Suez to the Cape of Good Hope is putting many companies, including Tesla, in crisis due to a lack of delayed supplies. And so the military intervened. An intervention that puts the owner of the White House in an almost paradoxical situation of conflict with himself. On the one hand there is Biden, who is very worried about a possible widening of the conflict between Hamas and Israel, and who – to avoid this risk – has asked Secretary of State Antony Blinken to engage in endless ‘shuttles’ in the Arab world, so far without success given the desire of Prime Minister Netanyahu to “eliminate” Hamas before possibly embarking on a diplomatic-political path. On the other hand, there is Biden who realizes that he cannot leave too much space for the Houthis, because with their slogans they could inflame the entire Middle East, and therefore authorizes the military operation. Most observers and specialists in the Middle East area, while claiming to understand the choice of the White House holder, think that he is “playing with fire”. In fact, few believe that the American-led coalition can defeat the Houthis. Who “not only are not afraid of war, which they would actually be proud to start”, but who even “think they are capable of winning it”, after two decades of victorious clashes with the Arab coalition led by Saudi Arabia which, before of October 7, was trying to negotiate peace with the rebels. The risk is great, it is believed in the Arab world, that a new front will open without being certain of being able to close it successfully. An analysis that explains the lukewarm reception that European countries – who are also the main recipients of goods traffic coming from Asia through the Suez Canal – have given to the anti-Houthi military operation. Only Great Britain engaged militarily. France, which also has the capacity and has ships in the area, abstained. And Italy too, which requires authorization from Parliament for an operation of this kind, which involves a long time. As for Spain, it has already anticipated that it would not participate in a possible EU mission, if a decision in this sense were to be taken.

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